Vittoria:0932988547
Catania:0952884586

DETERMINAZIONE DELLE MISURE DI TUTELA IN MATERIA DI AREE DI SALVAGUARDIA DELLE ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO – TRIBUNALE SUPERIORE DELLE ACQUE PUBBLICHE, SENTENZA N. 85 DEL 24 MARZO 2016.

Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (Relatore Dr. Francesco Caringella), con la recentissima sentenza n. 85 del 24 marzo 2016 ha definito gli ambiti applicativi dell’art. 94 c. 6 del T.U. ambiente, in materia di istituzione delle aree di salvaguardia a servizio di pozzi le cui acque sono destinate al consumo umano.

Nella fattispecie la ditta ricorrente, proprietaria di un fondo ricadente all’interno dell’area di salvaguardia istituita con Ordinanza del Sindaco del Comune all’interno del cui territorio era allocato il pozzo, riteneva che l’ente competente alla determinazione delle misure di tutela in materia di aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano sarebbe la regione ed ogni atto avrebbe dovuto essere emesso, eventualmente, da organo diverso dal Sindaco.

Sul tema, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha accolto integralmente le difese spiegate dal Comune interessato, rappresentato e difeso dall’Avv. Maria Francesca Fera, ha chiarito che: “- la competenza comunale trova fondamento, ai sensi del comma 6 dell’art. 94 del T.U. Ambiente, nella mancata adozione degli atti regionali di individuazione delle zone di rispetto; – le determinazioni sindacali, nelle more dell’intervento degli atti regionali e dell’adozione degli atti definitivi, hanno correttamente applicato il regime legale suppletivo che prevede una zona di rispetto dell’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione; – l’intervento dell’autorità sindacale, supportato da congrua istruttoria, si giustifica, sul piano teleologico, con l’esigenza di garantire la salvaguardia della salute pubblica attraverso il mantenimento di adeguate caratteristiche delle acque destinate al consumo umano; – non è dimostrata l’influenza del vizio procedimentale dedotto sul contenuto dispositivo sostanzialmente vincolato dei provvedimenti finali”.

Correttamente, dunque, il Comune difeso da Studio Legale Fidone, ha garantito la piena salvaguardia delle acque pubbliche, emettendo una ordinanza sindacale per evidenti finalità di prevenzione ed ai fini del mantenimento di adeguate caratteristiche qualitative delle acque destinate al consumo umano.

Avv. Giovanni Francesco Fidone

 

Leave a comment